Usini in epoca contemporanea

Come si è potuto apprendere dagli articoli che in questo blog si sono succeduti e hanno tracciato la storia di Usini, ovvero preistoria e storia antica, Giudicato di Torres, periodo aragonese-spagnolo, si è evinto che non sempre i dominatori hanno saputo governare con saggezza ed equità su questa popolazione.

Sul finire del XVIII secolo, infatti, i pesanti tributi imposti al popolo dal Conte di San Giorgio non tardarono ad animare i propositi rivoluzionari: soprattutto nel 1796 quando venne sottoscritto il grande patto antifeudale che prevedeva, assieme ad altri 32 villaggi, di opporsi alla dominazione e alla pressione fiscale.

Durante la rivolta angioina i contadini di Usini si unirono all'assalto di Sassari del 1795, occupando l'abitazione del duca dell'Asinara (e Conte di San Giorgio) e seguirono il suo alternos nella fuga verso Cagliari: una vera e propria macchia sulla dominazione Sarda degli invasori che non seppero mantenere unito alla loro causa il popolo.

Sempre sul finire del XVIII secolo Usini potè assistere a molti avvenimenti importanti: sanguinosi episodi di lotta interna, nascita della proprietà privata, abolizione del feudalesimo (con l'assegnazione delle terre demaniali).

Nella seconda metà dell'Ottocento, avutosi il riscatto delle aree feudali, il territorio di Usini venne frazionato in lotti da due ettari ciascuno, poi assegnati ai privati mediante atto di estrazione a sorte; così facendo venne soppressa definitivamente la forma di gestione comunitaria della terra che da secoli aveva caratterizzato l'economia agraria dell'Isola in favore di una nuova forma gestionale.

È così che Usini si apprestò a vivere il nuovo Secolo che man mano la portò ad essere la città che ancora oggi molti turisti e visitatori possono apprezzare: una terra ricca di storia e tradizioni, frutto delle commistioni di poli e delle invasioni dei dominatori che hanno saputo lasciare un segno del loro passaggio.